inaugura domenica 23 aprile


23 aprile – 19 maggio 2023
Galleria l’Affiche, via dell’Unione 6
da martedì a sabato, ore 16-19


Terza mostra personale di Laura Federici (1964) alla Galleria l’Affiche di Milano. Olio e guaches su tele e tavole di medie e grandi dimensioni.
La mostra è concepita come una sorta di installazione, quasi una multivisione (in technicolor), dove le opere sono affiancate come fossero un continuum di monitor. Il visitatore si trova davanti a paesaggi di natura, fiori, città; vicini e lontani, esotici e familiari.
A contrasto con l’esperienza immersiva dello spazio interno della galleria, la lunga vetrina di ingresso introduce alla mostra con piccoli e piccolissimi lavori su carte diverse, realizzati con tecniche diverse.

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“Seduti, tra immagini di luoghi lontani, stranieri e profondamente diversi.
Luoghi calpestati e vissuti intimamente, assaporati con lentezza, sottovoce, fermandosi qua e là a riposare, lontani dal chiasso dei monumenti, familiari come il giardino della mia casa da piccola dove mio Nonno aveva conquistato ogni centimetro di terra sottraendolo ai nostri giochi, arato e seminato in una battaglia tra l’orto e la bicicletta.
Un piccolo giardino oggi, di cui il mio corpo cresciuto fatica a riconoscere il volume,
allora un luogo ampio e dilatato nelle tante avventure, che ora si stringe intorno alle mie braccia togliendo loro la possibilità di aprirsi.
La mia casa, la casa della mia infanzia, la mia famiglia.
Ho viaggiato lì, trascorso lunghi tempi osservando le colature di calce bianca sulla parete di cemento della veranda, rubando le albicocche e i pomodori di mio Nonno, aspettando in segreto che mi spuntassero le ali. Giardino sconfinato allora, ora vuoto e asciutto come le pareti di una bottiglia di plastica vuota.

Per fortuna quella casa l’ho lasciata, non devo assistere al destino che il tempo le ha riservato, posso conoscerla sempre splendida, ricca e succulenta; la sogno spesso, rappresenta la mia famiglia; non le persone, ma quel luogo sconfinato è la mia famiglia.
Quella grandezza, quella familiarità senza misura è la stessa che provo nei ‘giardini’ della foresta vietnamita, nella Green City milanese, nei cavalcavia di Tokyo… starmene lì tranquilla, seduta ad osservare senza fretta e senza attesa, rende miei quei luoghi stranieri.

Calpestata, attraversata, trascinando i piedi lentamente, quella terra ignota diventa mia, intima e familiare, una terra di famiglia.
Supero così, senza bagnarmi, il mare che mi separa da luoghi stranieri e inaccessibili, a CASA in ogni luogo, una straniera di famiglia.”

Laura Federici