Margherita Lazzati all’Ambrosianeum

Venerdì 27 febbraio 2015, alle 17.30, inaugura alla Fondazione Ambrosianeum, nelle splendide stalle barocche dell’Arcivescovado, in via delle Ore 3, la mostra Visibili.InVisibili.reportage, di Margherita Lazzati. Mesi di complicate discussioni per una mostra difficile, che ci sembra riuscita e necessaria. Una mostra nata anche dall’impellenza di completare la visione Expo di una città sempre più tirata a lucido e messa in vetrina. Qualche link per orientarsi sul tipo di lavoro:

qui qualche foto dell’allestimento,  qui ne parla il Corriere della Sera,

qui Vivimilano,  qui la Repubblicaqui Tuttomilano.

E qui sotto il nostro testo per la mostra.

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In principio…
In principio erano le immagini, o meglio era una sequenza interminabile di immagini di strade, angoli, bassi orizzonti e poi, alzando lo sguardo, pardon l’obiettivo, facciate e poi facciate di grattacieli, punte aguzze e, ancora, alzando il punto di vista ma abbassando l’obiettivo, la città dall’alto, sempre più in alto: quasi lo sguardo eterno della Madonnina.
E nelle vie, negli angoli, sui marciapiedi, automobili, biciclette, persone che si affrettano e restano immobili, come immobili sono quei grovigli di stoffa/cartoni/coperte/vestiti che nascondono, anonimi ma presenti, abitanti muti. Forse silenziose sentinelle, immobili e invisibili, sparse ovunque.
E questa sequenza interminabile di immagini, suggerite e poi urlate da Margherita Lazzati, è stata scandagliata, scomposta, suddivisa per singolo scatto, e questo poi osservato, analizzato, esaminato, indagato nei suoi significati, fino a divenire soggetto di un documentario per immagini, anzi, di una mostra. E se questa mostra, non a caso sottotitolata reportage, è diventata quasi un racconto, a raccontare la Milano visibile e invisibile Margherita ha invitato persone che abitano la città, suggerendo un percorso che semplicemente ribalta l’abitudine dell’attrazione del nostro sguardo su Milano.
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In principio era la mostra, forse nata anche dall’impellenza di completare la visione di questi giorni di una città sempre più tirata a lucido e messa in vetrina: una piccola sabotatrice si aggira per Milano…
Margherita Lazzati, come sempre, ha scritto, ha dipinto, ha raccontato, ha creato ritmi con la sua piccola Leica: al centro della sua attenzione, più che una ricerca estetica o un’urgenza tecnica, è sempre il senso di una realtà, quotidiana e assoluta, alla quale si avvicina con timidezza, emozione, determinazione, ma anche con una lucidità quasi chirurgica.
(Cecilia Bianchini e Adriano Mei Gentilucci)